Il polidiciclopentadiene è un polimero utilizzato per realizzare oggetti veramente molto grandi in un pezzo solo. E per grandi, intendo GRANDI. Con il polidiciclopentadiene puoi ad esempio realizzare un'intera cabina di un trattore in un pezzo unico, o un'intera antenna parabolica satellitare. Non ti basta? Allora cosa ne pensi di un serbatoio per stoccaggio di reflui chimici pericolosi da circa 7000 litri? Usando il polidiciclopentadiene non ci sono problemi. Il primissimo impiego però è stato lo stampaggio delle scocche per motoslitte, anche queste realizzate in un solo pezzo. Questo perché ha una buona resistenza all'urto a basse temperature, quando molti altri polimeri diventano fragili.
Il polidiciclopentadiene si ottiene da una simpatica reazione detta polimerizzazione via metatesi per apertura di anello (abbreviato: ROMP) a partire dal monomero endo-diciclopentadiene. Fai click qui se vuoi vedere il monomero in 3-D.
Ma non è ancora finita! C'è un doppio legame rimasto nell'anello inferiore, come puoi vedere nell'immagine del polidiciclopentadiene. Questo può dare polimerizzazione vinilica, per dare un materiale reticolato termoindurente.
Questo termoindurente è una gran bella cosa, ma non si può stampare. Allora, come si fa a realizzare qualcosa con questo materiale? Di fatto si realizzano pezzi già della forma che desideriamo prima dell'indurimento. Questo processo prende il nome di reaction injection molding o RIM. In parole semplici, si riempie lo stampo con il monomero, e lo si polimerizza nello stampo stesso. In questo modo si possono ottenere manufatti dai termoindurenti.
Ecco alcuni altri polimeri termoindurenti:
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